Google Veo 3
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Google Veo 3: siamo arrivati in Matrix

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Chissà cosa avrebbe detto Morpheus a Neo se avesse visto Google Veo 3. Il famoso scambio tra il protagonista di Matrix e il suo mentore, forse, è diventato realtà in questi giorni. Google ha scelto di fare il passo definitivo verso il futuro, e con il suo Veo 3 permette di creare video di otto secondi che non permettono di discernere tra realtà e finzione.

“Questo non è reale?”

Neo chiedeva a Morpheus se Matrix non fosse reale (anche se tecnicamente nella famosa scena si trovava nel programma “Struttura”) e solo un’illusione. Lo faceva toccando

Effettivamente, guardando il video del barcaiolo o dell’influencer a Roma che stanno circolando da giorni sui social, viene da chiedersi se sia possibile che tutto ciò sia solo finzione. Come è possibile che, in appena cinque anni, siamo arrivati ad avere questi tipi di video? Un triplo salto carpiato verso il domani, che diventa oggi e velocemente ieri. L’IA è ormai misura comune del progresso. E mentre queste tecnologie si sviluppano e si arricchiscono, sembra arrivato il momento, per alcuni, di affrontare una dolente verità: nulla più sarà reale.

O almeno, non saremo più in grado di riconoscerlo con certezza. Il nostro cervello, in fondo, non può che raccogliere informazioni ed elaborarle, secondo schemi ben definiti. E più cresce il bagaglio di informazioni a disposizione dell’intelligenza artificiale, più si svilisce l’utilizzo del primitivo e limitato intelletto umano.

“Che vuol dire reale?”. Il dilemma Google Veo 3

Morpheus rispondeva immediatamente con uno dei primi ragionamenti metafisici e metafilosofici del film: “Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello“.

Otto secondi, audio ambientale e voci realistiche, luci e ombre perfette. Nulla sembra fuori posto, nulla sembra finto o non autentico. In breve tempo si potrebbe arrivare ad avere molto più di otto secondi. Forse si potrebbero ottenere intere scene, o persino film completi.

E in fondo, con un tale livello di realismo, non si può che rimanere in bilico tra la fascinazione e il terrore. Da una parte non si può non ammirare il progresso incredibile raggiunto dalla tecnologia, dall’altra è anche inevitabile provare un senso di smarrimento quando si pensa che queste immagini non sono effettivamente reali.

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