La vicenda continua, e lo scontro tra il Governo Trump e l’università di Harvard è arrivato ad un nuovo capitolo.
Un mese fa, l’ateneo aveva avuto un taglio dei fondi federali, a seguito di accuse di antisemitismo e violenza durante le proteste contro Gaza nel campus, che avevano portato alla richiesta da parte delle istituzioni americane di Stato, di cambiare i criteri di ammissione dell’università. Richiesta, che forse era più un ordine, al quale Harvard non ha voluto dare ragioni.
Il Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti, aveva annunciato che l’episodio avrebbe portato a controlli più mirati sull’università.
Nuovi aggiornamenti
Ora, un comunicato del Dipartimento per la Sicurezza Interna, diretto dalla ministra Kris Noem, vieta all’ateneo di ospitare studenti stranieri. Ne blocca le ammissioni, e impone ai già presenti di lasciare il Paese, perché non più possidenti di uno Status per vivere sul suolo americano.
L’amministrazione accuserebbe Harvard di aver:”favorito un ambiente universitario non sicuro, consentendo ad agitatori antiamericani e filo-terroristi di molestare e aggredire fisicamente individui, tra cui molti studenti ebrei”.
L’università respinge le accuse, e definisce “illegale” l’azione del Governo. Inoltre preannuncia dei provvedimenti legali, garantendo di fornire aiuto anche agli studenti stranieri.
Così lo Student and Exchange Visitor Program, per la condivisione dell’istruzione a persone di differenti luoghi, é revocata.
“Questa amministrazione sta ritenendo Harvard responsabile per aver fomentato violenza, antisemitismo e per essersi coordinata con il Partito Comunista Cinese nel suo campus. Che questo serva da ammonimento a tutte le università d’America”, dichiara l’amministrazione. Dal ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, d’altro canto reagisce alle affermazioni: “l’azione in questione da parte degli Stati Uniti non farà altro che danneggiare l’immagine e la reputazione internazionale dell’America”, “così si politicizza l’istruzione”.
L’ultimatum dalle autorità ad Harvard
La Casa Bianca definisce questi provvedimenti come un avvertimento anche per le altre università. Dà un ultimatum di 72 ore ad Harvard per fornire i nomi dei presunti studenti stranieri violenti.
Harvard cita in causa il Dipartimento della Sicurezza Interna, appellandosi al Primo Emendamento, definendo “una ritorsione” incostituzionale la mossa di Trump, reputandolo ingastidito dall’indipendenza accademica dell’università.
La Casa Bianca incalza:”Se solo gli importasse chiudere col flagello degli agitatori anti-americani, antisemiti e filo-terroristi, non si troverebbero in questa situazione”.
Ad Harvard il 27% della popolazione studentesca è proveniente da paesi diversi. Non tutti questi godono di agevolazioni, la maggior parte paga la retta completa di 83.000 dollari l’anno. E ora ad una settimana dalle lauree, gli studenti già presenti sono costretti a fermarsi. E chi era stato ammesso non sa più quale strada intraprenderà nel percorso di studi.
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