L’espansione dell’intelligenza artificiale, ultima frontiera dell’innovazione, continua.
Ingloba nel suo nucleo sempre più capacità, in grado di aprire i suoi orizzonti verso temi diversi, e nuovi settori in cui poter agire.
In questo caso, arriva nel mondo della moda, rivolgendosi alle modelle, indossatrici della creatività, per offrire la possibilità di generare una versione apparentemente migliore, perfetta, senza difetti e necessità, di loro stesse.
Progresso e modernità nel mondo della moda
Il progresso apre cosi un nuovo capitolo: le modelle generate dall’intelligenza artificiale.
Create ad immagine e somiglianza dell’idea del brand, le modelle fatte con l’IA vengono realizzate da un sistema che non prevede limiti all’immaginazione, ma permette di modificare a proprio piacimento ogni singolo connotato della nuova creatura in fase di progettazione.
In questo modo le case di moda risparmiano sui costi riguardanti gli stipendi, lo staff di preparazione (make up artist/hairstylist), e i costi di lavorazione delle foto, evitando anche i lunghi tempi che questi processi solitamente impiegano.
Usufruiscono di lavoratrici sempre disponibili e intercambiabili, ma rispetto alle classiche modelle (vive ed umane), sono senza emozioni, una storia e un aspetto reale. Quest’ultimo è fatto seguendo standard di bellezza inarrivabili, che solo il digitale può creare, per cercare di suscitare nel cliente il desiderio di comprare, attratto dalla ricerca della perfezione, che vede nell’indossatrice.
Creare esseri perfetti: una fuga dalla realtà?
L’I.A., in questo modo, porta a eliminare il divario tra la realtà e la fantasia, che essendo l’una l’opposto dell’altra, quindi complementari, non si possono mischiare. Questo perché l’uomo tenta con la seconda di fuggire dalla prima. Perché la fantasia si crea su misura, la realtà accade intorno, senza poter aggiustarla a proprio piacimento.
Dare la possibilità di unire questi poli opposti, crea uno scombussolamento generale, a cui l’essere umano reagisce con l’abuso, quando capisce che con l’IA la realtà può assumere un aspetto diverso. Quindi, se prima si voleva solo modificare qualche difetto, ora ci si ricostruisce da capo con un nuovo io, che non assomiglia per nulla alla versione precedente. La figura umana così muta, alimentando il desiderio inarrivabile di perfezione dell’uomo, che viene saziato con la cancellazione dei propri difetti: è questo l’elemento che distingue l’uomo dalla macchina. L’uomo ha difetti perché vive, può sbagliare e può rimediare, e il non essere perfetto aggiunge in lui solo verità.
Che cos’è il bello?
La bellezza, nell’epoca dei social media e della globalizzazione, non riguarda più ciò che è unico e caratteristico. Si basa su ciò che è o non è apprezzato dalla società, dagli standard immaginifici creati dagli umani per gli umani, che seguono regole impossibili da mantenere, stabilite in nome della perfezione, elemento che non potrebbe essere più lontano dall’uomo.
La ricerca costante della perfezione, mostra una voglia di migliorarsi, ma in maniera ossessiva; di cancellare sé stessi in nome di una parola che offre il pass per essere accettati dal mondo esterno, anche questo intento a far sì che tutti si preoccupino di essere perfetti.
L’uomo è un animale sociale, e per questo sente il bisogno di avere dei legami e rapportarsi al mondo esterno. Essere simili agli altri suscita in lui un senso di appartenenza, e gli riserva un posto tra la massa, meno faticoso per vivere, stabile.
Un posto che anche se non rappresenta le persone che lo occupano, gli dà una vita e una strada da seguire già scritta, togliendo il dubbio delle proprie azioni, facendogli prendere una forma, rassicurandoli, e togliendo l’impiccio di dover pensare prima di agire, nonché di conoscersi, e scavare a fondo nella propria persona, indispensabile per accettarsi.
La voglia di cancellare i difetti, nasconde un odio dell’uomo nei confronti di sé stesso, nonché uno sguardo di disperazione e disagio nei confronti della società. Una battaglia per combattere ciò che è naturale, per sostituirlo con l’imposizione di ciò che è apprezzato, perché il desiderio più importante è il sentirsi amati, e lo si tenta di raggiungere per vie più veloci, magari anche emulando gli altri, per tentare di avere la vita ideale, dei sogni, che sembra che loro abbiano.
Disagi contemporanei
L’uso dell’intelligenza artificiale per la generazione di modelle porterà ad una perdita di lavoro per le indossatrici. Soprattutto, si arriverà ad un’idealizzazione sempre più crescente dell’umano, che porterà a standard di bellezza irraggiungibili, poco concreti, e proprio per questo impossibili da conseguire per l’uomo. Una corsa contro il tempo, contro se stessi e la propria unicità, mirata ad eliminare i difetti, per eliminare il difetto umano, creando elementi uguali tra loro, più simili a macchine che a persone, distinte, che però, potrebbero doversi prendere il rischio di dover vivere la propria vita a modo proprio.
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