Un gap elevatissimo nei confronti del resto del mondo: secondo un’indagine di Ipsos e Legacoop, Giappone e Italia sono agli ultimi posti per comprensione delle intelligenze artificiali.
23mila persone under75 intervistate in 30 paesi e i risultati non lasciano spazio a interpretazioni rosee. Mercati emergenti come Indonesia, Thailandia e Sud Africa asseriscono di avere ottime conoscenze in materia di IA. Più indietro l’Europa, con la Spagna al primo posto del Vecchio Continente, dove due terzi degli intervistati mostrano di comprendere l’intelligenza artificiale.
Risultato simile per il Regno Unito, con il 64%. Rispettivamente, gli spagnoli sono i decimi al mondo, mentre i britannici sono dodicesimi. Ma sono comunque più in basso rispetto alla media mondiale, che si attesta al 67%.
Italia ventinovesima sui trenta paesi intervistati: un italiano su due non comprende come utilizzare l’IA. Meglio per quanto riguarda la conoscenza dei prodotti “IA enhanced“, ma comunque solamente per la metà degli intervistati.
Giappone ultimo, con un atteggiamento prettamente diffidente nei confronti dell’IA, dei suoi prodotti e dei servizi. Giappone e Italia condividono una mentalità sicuramente poco tech, dove l’innovazione tecnologica sembra spaventare le fasce d’età 45-75, mentre viene abbracciata dai più giovani.
Il rapporto indica che Giappone e Italia condividono un sentimento di paura nei confronti di alcune delle rivoluzioni che l’IA sta portando nella realtà quotidiana.
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