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Hallowe’en, le origini della festa e le leggende

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Derivante dall’inglese All Hallows Eve (la sera di Ognissanti), Hallowe’en è una delle celebrazioni più apprezzate al mondo, benché non sia segnata sul calendario come festività. Bambini, ragazzi e adulti si divertono a indossare maschere paurose a tema horror, giocando a “Dolcetto o scherzetto” e raccontando storie piene di mistero e tensione. Ma quali sono le origini della festa?

Le origini di Hallowe’en

Mentre nei paesi cattolici l’usanza prevedeva di festeggiare il 1 novembre tutti i Santi e commemorare i defunti il 2 novembre, nei paesi anglosassoni si celebrava anche la vigilia, il 31 ottobre. Come molte feste cristiane, anche la celebrazione dei morti ha origini romane, in particolare nei Lemuralia (dal nome latino degli spiriti dei defunti, i lemuri).

Queste celebrazioni erano tenute intorno alla seconda settimana di maggio, con rituali propiziatori che servivano a raccogliere il favore degli antenati.  Riconosciuta come festa cattolica dalla Chiesa nel 609 da Papa Bonifacio IV, che trasformò il nome in Ognissanti, venne spostata poi al 1 novembre da Papa Gregorio III nel 732.

Durante il Basso Medioevo, con l’introduzione della discussa pratica della vendita delle indulgenze, era pratica comune suonare una campana in onore delle anime del Purgatorio. Questo serviva a ricordare ai vivi di pregare per i loro cari, così che potessero completare il loro viaggio verso il Paradiso.

Dopo il Medioevo

Ma dal XV secolo, la festa cominciò ad assumere i tratti folkloristici e parzialmente horrorifici che mantiene ancora oggi. In occasione della vigilia della festa di Ognissanti, sempre più famiglie, nei paesi anglosassoni, cominciarono a festeggiare utilizzando caratteristiche gaeliche e gallesi. Da qui nascono le leggende di Jack O’ Lantern, nonché le storie sui fantasmi e sugli spiriti che tutti conoscono oggi. I Celti, infatti, celebravano il capodanno proprio il 1 novembre, e pensavano che questa notte segnasse un momento fondamentale di unione e fusione tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi.

Un ultimo momento rilevante nella genesi del contemporaneo Hallowe’en si ha con l’approdo della festa nel Nord America, con i Pilgrim Fathers e non solo. Con il periodo della caccia alle streghe, infatti, il gusto gotico e truculento crebbe, soprattutto negli Stati Uniti, che proprio con questa formula hanno poi esportato la tradizione in tutto il mondo, tramite cinema e serie televisive.

Le leggende di Hallowe’en

Quando si parla di Hallowe’en, come non citare la leggenda di Jack O’ Lantern, personaggio che è il simbolo stesso della festa. Jack era un fabbro avido e bugiardo, che per il proprio tornaconto ha ingannato più volte persino il diavolo.

Per questo, però, una volta passato nell’aldilà, venne rifiutato sia dalle sfere celesti, sia dalle fiamme infernali. Così, Jack cominciò a vagare per l’eternità, portando con sé un tizzone dagli inferi, dono del diavolo, che il fabbro inserì in una rapa, dopo averla svuotata. Proprio per questa sua caratteristica lanterna, Jack conquistò il suo celebre soprannome.

Però, perché oggi le persone usano le zucche ad Hallowe’en? In primis, perché le zucche sono una cultura tipica di questa stagione autunnale; in secondo luogo, perché la comunità irlandese negli Stati Uniti aveva pensato che fosse più facile intagliare le zucche, piuttosto che le rape.

Bloody Mary

Un’altra delle leggende di Hallowe’en riguarda Maria la Sanguinaria, o Bloody Mary, come è ben più nota. Una donna che, per mantenere eternamente la propria giovinezza, uccideva ragazzi e, in alcune versioni, ne beveva il sangue.

Molti giovani si divertono, durante la notte di festa, provando a evocare la sanguinaria assassina. La leggenda narra che, pronunciando per tre volte il suo nome al buio, davanti a uno specchio, con in mano solo una candela, la ragazza comparirà, pronta a ricominciare il suo macabro lavoro.

Altri racconti

Durante la notte di Hallowe’en, soprattutto nei paesi dell’America Settentrionale, i giovani sono soliti raccontare storie horror seduti intorno a un fuoco. La tradizione del campfire, spesso legata anche ad altre feste (4 luglio e Springbreak, in particolare), permette di offrire la giusta atmosfera alle narrazioni.

Tra le storie più ricorrenti, quelle riguardanti pagliacci assassini e giovani studenti alle prese con fenomeni paranormali. Non solo, questi racconti utilizzano spesso le paure più profonde dell’animo umano: molte opere horror, per ammissione degli stessi creatori, sono nate proprio da queste leggende.

Si pensi ai racconti di Edgar Allan Poe, ai più recenti romanzi di Stephen King, ai film che ogni anno chiamano a raccolta nei cinema gli amanti dell’orrore.

Negli altri paesi

Non tutte le nazioni e le culture hanno abbracciato le tradizioni di Hallowe’en, sia per motivazioni religiosi, sia per preesistenti manifestazioni culturali. In alcune culture, invece, il 31 ottobre si è andato a fondere con festività locali, come nel caso del Messico, dove la sincrasia ha allungato a tre giorni i festeggiamenti per l’originale Dia de los Muertos.

In Giappone, in realtà, non esiste un preciso corrispettivo, anche se l’Ammasso del Presepe presente nella costellazione del Cancro, visibile durante i mesi estivi, è reputato essere il punto di passaggio tra il mondo dei vivi e l’aldilà. Si festeggia spesso con i matsuri estivi, ma ha significati ben diversi. Negli ultimi anni, comunque, grazie a sfilate in costume ed eventi di cosplay, anche il 31 ottobre risulta particolarmente apprezzato nel Sol Levante.

Nelle Filippine, i bambini vanno di casa in casa cantando per le anime dei defunti, e ricevendo in cambio dolcetti o denaro: una formula simile al ben più noto Trick or Treat, che rende Pangangaluluwa una tradizione peculiare.

E voi, come festeggiate? Quali sono le vostre tradizioni?

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Andrea Lambertucci

Professore di Italiano e Storia presso le classi della Sezione Moda dell'Istituto Alberti. Eterno sognatore, inevitabilmente curioso. Appassionato di cinema, sport, viaggi e videogiochi. So fin troppo bene di non sapere.

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