Il soulslike coloratissimo di Aggro Crab, Another Crab’s Treasure, è stato da poco rilanciato sullo store PlayStation come contenuto incluso negli abbonamenti Extra e Premium. Un’occasione per giocare a un titolo che, riprendendo dinamiche e formule già esplorate dal genere dei souls, propone una favola oscura e profonda.
Favole e avventure
I videogiochi, si sa, hanno spesso bisogno di pochi elementi: un eroe, una trama avvincente, un gameplay incalzante. Another Crab’s Treasure propone un gameplay alquanto basilare, una trama avventurosa e un eroe atipico. Krill, il protagonista, è infatti un paguro nichilista e disinteressato, che vive lontano dalle altre creature del mare, in una spiaggia solitaria. Quando un emissario della duchessa Magenta si presenta da lui per riscuotere le tasse, e di conseguenza lo priva del suo guscio, Krill si vede costretto a correre verso il palazzo in fondo al mare.
Subito ci si accorge che l’ambiente marino del gioco ha due elementi particolarmente disturbanti. In primis, i fondali sono ripieni di rifiuti: pacchetti di sigarette usati come barricate, matite colorate, pettini, bottiglie di vetro, distributori di lattine, e una variopinta collezione di pattume.
In secondo luogo, quasi tutti gli animali sembrano voler attaccare Krill, che fin da subito deve imbracciare una forchetta e trovare un guscio di fortuna, per attaccare e difendersi.
L’avventura, quindi, prende le mosse da pretesti semplicissimi, ma riesce a portare sullo schermo argomenti maturi e, vista la grafica da cartone animato, certamente inattesi.
L’inquinamento etimologico di Another Crab’s Treasure
Il gioco mostra un oceano inquinato e pericoloso, dove la maggior parte degli animali ha cominciato a perdere il senno a causa di un agente infettante trasportato dai rifiuti. Così, quindi, si dà al termine stesso di inquinamento la sfumatura contemporanea e quella etimologica.
Another Crab’s Treasure presenta sia il lordume umano che deteriora e rovina ambienti e spazi non umani, sia prova a inserire nella fabula un ruolo attivo dei rifiuti, capaci di manipolare e manomettere le stesse creature.
Aggro Crab voleva trasmettere un messaggio, ma abbandona le strade percorse da una lezione di educazione civica, proponendo un mondo dove già sono tangibili le conseguenze della nostra inciviltà.
Il gioco
Come tutti i soulslike, Another Crab’s Treasure è difficile. Molto difficile durante le boss fight, più clemente negli scontri contro nemici più comuni. Gli sviluppatori hanno dotato il menu delle opzioni di diverse configurazioni per l’accessibilità, ma ciò riduce solamente in parte la curva della sfida.
È fondamentale difendersi, e comprendere che ogni scontro può protrarsi per un tempo anche piuttosto lungo. Se Krill viene colpito senza che si sia rintanato nel guscio, infatti, perde immediatamente circa metà della barra della vita. Quindi prima la difesa, poi il contrattacco.
C’è anche l’elemento magico, che dà ancora maggiore profondità al gameplay. Dopo alcune ore di gioco, però, tutto risulta appiattito e allungato, e si pensa che il team di sviluppo avrebbe potuto anche ridurre di qualche ora la longevità.
Conclusioni
Another Crab’s Treasure è un esperimento videoludico particolarmente intrigante, che può accompagnare un giocatore attraverso una presa di coscienza matura su tematiche importanti, quali gli effetti catastrofici dell’inquinamento.
La favola matura di Aggro Crab, però, non sembra avere un target di riferimento specifico, e non scalderà il cuore del grande pubblico. L’aspetto da cartone animato potrebbe scoraggiare i gamer anagraficamente più maturi, mentre la difficoltà farà presto perdere la pazienza a quelli più giovani.
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